In prima visione assoluta su Canale 5 la seconda stagione di #NewAmsterdam, il medical drama targato NBC

Prende il via, da martedì 14 gennaio, in prima serata, su Canale 5, la prima visione assoluta della II stagione di “New Amsterdam”, il medical drama targato NBC rinnovato, da pochi giorni, per altre tre stagioni. Il protagonista è il tormentato medico-paziente Max Goodwin, interpretato dal fascinoso Ryan Eggold.

Le storie di “New Amsterdam” sono ispirate a vicende reali e sono tratte dai racconti del Bellevue Hospital di New York, il più antico ospedale pubblico d’America, ed al volume Twelve Patients: Life and Death at Bellevue Hospital, scritto dall’ex direttore sanitario Eric Manheimer, coinvolto nella realizzazione della serie come autore e produttore.

“New Amsterdam” rinnova la sua peculiarità quale serie di denuncia, dove i medici tentano, con gli scarsi mezzi messi a loro disposizione dalla Obama Care, di cambiare il sistema ospedaliero americano. Medici, paramedici, personale amministrativo, nessuno bada ad un tornaconto personale, alla carriera: la loro missione è fornire il miglior aiuto possibile ai cittadini di New York.

La critica internazionale ha elogiato la stagione di debutto, definendo l’approccio del protagonista «audace e anticonformista». Ed i casi rappresentati, sottolineano il forte sentimento di rabbia dei pazienti e dei loro familiari nei confronti dei “poteri forti”.

Nel cast, oltre ad Eggold, Janet Montgomery (Black Mirror) e Freema Agyeman (Sense8).

 

Incipit

Dopo il drammatico incidente che ha concluso la prima stagione, il direttore medico del New Amsterdam Max Goodwin torna a dirigere l’ospedale pubblico della Big Apple. Il direttore sanitario deve fare i conti anche con i propri problemi di salute: tutti, infatti, si chiedono quanto potrà ancora reggere l’ingombrante carico. «Come posso aiutare?», non è solo l’approccio al paziente di Goodwin. È la sua ragione di vita. Aiutare il prossimo, per il medico che tutti vorremmo trovare in ospedale, è ciò che gli dà e gli darà sempre la speranza e la forza necessaria ad affrontare le situazioni più disperate.

David Schulner, sceneggiatore:

«New Amsterdam è un esempio di speranza per tutta l’America»

«La serie nasce da una semplice riflessione: durante le presidenziali del 2016, l’intero Paese parlava solo di assistenza sanitaria. Un dibattito appassionato, disordinato, intelligente ed emotivo. Ho pensato: perché dovrei scrivere di altro, quando questo è quello che interessa alla Nazione?».
«Quando ho letto Twelve Patients: Life and Death at Bellevue Hospital ho capito che quella era una speranza che mancava a tutte quelle conversazioni appassionate, intelligenti, disordinate e polemiche, perché c’era qualcuno che stava cercando di controllare il sistema».

 

Peter Horton, produttore:

«È l’unica serie che parla delle questioni più importanti nel nostro Paese»

«Già produttore esecutivo di Grey’s Anatomy, Peter Horton non era troppo convinto del prodotto: ho detto no, ricorda ridendo. Avevo già diretto il pilot di GA è l’ho prodotto per tre anni. Ho finito con le serie medical, mi sono detto. Poi Schulner mi ha convinto che questa era una storia che doveva essere raccontata: ti ricordi The West Wing? Quella serie ha creato un’intera generazione di scrittori e politici e con NA speriamo di fare lo stesso: portarli alla medicina per le giuste ragioni».
«Avremmo potuto fare una serie che parlava di chi dorme con chi o dell’ultimo caso medico incredibile. NA, invece, è l’occasione per parlare delle questioni più importanti nel Paese attraverso una serie, il canale più mainstream di questa epoca».

 

Eric Manheimer, autore del libro da cui è tratta la serie:

«Sono uno degli autori e tra i produttori: do opinioni e consigli su molte questioni tecniche»

Twelve Patients: Life and Death at Bellevue Hospital è stato pubblicato nel 2012. Si tratta di memoir che prende in esame le storie reali di 11 malati, uno dei quali è lo stesso Manheimer.
Il pamphlet è una vera e propria denuncia nei confronti del sistema sanitario, corrotto e poco attento alle esigenze dei pazienti: attraverso le loro necessità, l’autore allarga le questioni sollevate dal libro a temi di natura politica, culturale, sociale, al dolore, senza però dimenticare il motore di ogni cosa, in particolare quando si parla di salute: la speranza.

«Per capire i pazienti, hai bisogno di uno spettro di valori più ampio: devi sapere cosa sta succedendo nelle loro vite», afferma Manheimer.

L’eco del successo di Twelve Patients: Life and Death at Bellevue Hospital arriva anche a Hollywood.

«Mi chiama il mio agente letterario: “Eric, alcune reti televisive sono interessate ai diritti del tuo libro!”. Erano ben quattro: ho scelto NBC perché mi sembrava il network più indicato a raccontare determinati temi e storie.»

Una sinergia che ha portato Manheimer ad entrare a pieno titolo nel progetto:

«Sono uno degli autori e tra i produttori di NA. Ogni giorno, durate la fase di scrittura e mentre giriamo, offro le mie opinioni e pensieri su molte questioni mediche».

 

Bellevue Hospital, l’ospedale che ha ispirato la serie:
  • è stato fondato nel 1766 da un gruppo di dottori determinati a fornire cure mediche accessibili a tutti;
    ha ospitato il primo Reparto di Maternità al mondo;
  • è stato il primo ospedale pubblico in America, dove ogni paziente è benvenuto indipendentemente dalla condizione economica;
  • è l’unico ospedale pubblico che ha avuto in cura presidenti degli Stati Uniti d’America e ambasciatori delle Nazioni Unite;
  • possiede un Reparto Penitenziario, l’unico della città attrezzato a curare i detenuti del famigerato carcere sull’Isola di Rikers;
  • al suo interno è presente un Tribunale Distrettuale, per gestire rapidamente le questioni legali relative ai bisogni primari dei pazienti;
  • medici e pazienti possono usufruire della stessa biblioteca;
  • i bambini ricoverati hanno la possibilità di continuare gli studi, durante i trattamenti, nella scuola pubblica presente all’interno della struttura sanitaria.