Milly Carlucci a cheTVfa: per la prima volta porto in TV “Il sogno del podio”, dopo una sorprendente edizione di Ballando, nonostante le difficoltà. E sui compensi Rai…

Ha debuttato in prima serata su Rai5 lo scorso giovedì 6 giugno “Il sogno del podio”, il nuovo docu-talent show in quattro puntate dedicato alla “Donatella Flick LSO Conducting Competition 2018” ideato e condotto da Milly Carlucci. Dopo le fatiche ed il successo della quattordicesima edizione di “Ballando con le Stelle”, la conduttrice è ora al timone di un nuovo programma di Rai Cultura che racconta il grande sogno di venti giovani bacchette europee alla conquista del podio della leggendaria London Symphony Orchestra. In attesa del secondo appuntamento in onda questa sera, noi di cheTVfa abbiamo avuto modo di intervistarla, soffermandoci con lei su questo nuovo progetto, sulla fortunata edizione di Ballando con le Stelle e sugli impegni della prossima stagione. Buona lettura!

Buongiorno signora Carlucci, è sempre un piacere ritrovarla. Volevo partire chiedendole del suo nuovo progetto televisivo “Il sogno del podio”, un contest per giovani direttori d’orchestra che si svolge ogni due anni a Londra. Lo conosceva già? Come è nata l’idea di una trasposizione televisiva?

Sì, lo conoscevo già, ci sono stata un paio di anni fa e mi sono subito entusiasmata tanto al progetto al punto da sviluppare l’idea di farne un racconto televisivo che miri a raccontare le storie di questi 20 ragazzi – tutti sotto i 30 anni – a raccontare da dove sono partiti e quella che è stata la lotta e la strada per arrivare lì. Molti provengono da umili famiglie e, grazie allo studio e a borse di studio, sono riusciti a realizzare il loro sogno. 

E’ mai stata data rilevanza televisiva a questo programma? In Inghilterra quest’evento è già stato raccontato?

No, assolutamente. È il primo o il secondo concorso per direttori d’orchestra al mondo. Durante la competizione raccontiamo le loro gioie, le loro sconfitte, come in vero talent show. È un talent, ma su qualcosa di inedito. Ti dà opportunità fantastiche: chi vince ha un contratto, per un anno, come assistente del direttore di orchestra della London Symphony. Praticamente ti ritrovi in cima alla piramide mondiale, fai tournée con loro in giro per i teatri di tutto il mondo, incontri i più grandi musicisti. Per questo devo dire grazie a Silvia Calandrelli e a Piero Corsini, direttori di Rai Cultura e di Rai 5 che mi hanno dato questa chance di proporre al pubblico qualcosa di totalmente nuovo a cui lavoro da quattro anni.

Lei ha dichiarato che potrebbe andare benissimo in onda su una rete generalista.

Non è certo da una prima serata di Rai 1 però è adatto tranquillamente ad una seconda o terza serata, perché ti  fa entrare in maniera facile nell’argomento. Non è un programma rivolto solo agli amanti della musica classica. Vediamo cosa dice il pubblico, poi si potrebbe replicare pure su Rai 3 o su Rai 1.

Un suo bilancio sull’edizione appena conclusa di “Ballando con le Stelle”, la più seguita degli ultimi sei anni?

Un’edizione meravigliosa e sorprendente , aldilà dei numeri, per il calore con cui il pubblico ha accolto tutti i protagonisti, persino quelli partiti come sconosciuti. A dimostrazione di ciò, ha trionfato proprio uno come Lasse che pian piano è riuscito a far breccia nel cuore del pubblico italiano.

Questo successo è frutto anche della programmazione della rete che ha dedicato ampio spazio al programma nelle varie trasmissioni del day time.

Sì, guarda io devo ringraziare tutti, da Eleonora Daniele a Caterina Balivo, dalla “Vita in Diretta” a Bruno Vespa che ogni anno ci accoglie all’inizio e alla fine di questa esperienza e anche “Domenica In”, perché tutto questo parlare di noi ha aiutato a creare il fenomeno di quest’anno.

A proposito di “Domenica In”, era stato annunciata da Mara un’ospitata di Maria De Filippi, salata poi all’ultimo minuto. Qualcuno ha visto questa scelta come una tutela nei confronti di Ballando, lei cosa può dirci?

Noi ci siamo occupati di Ballando, non degli altri programmi, c’era già abbastanza di cui occuparsi vista anche la difficoltà di palinsesto di quest’anno con due semifinali in due giorni consecutivi.

Questo è avvenuto perché non potevate partire prima o avete preferito partire insieme ad “Amici”?

No, no, è successo. Noi saremmo dovuti partire il 9 marzo, poi ci sarebbe stata la Nazionale quindi non puoi fare due puntate e poi fermarti quando ancora è tutto molto acerbo, soprattutto in un programma in cui è importante l’affezione al cast. Era un pericolo fermarsi anche quando ci siamo fermati per l’Eurovision.

Confermata la nuova edizione di Ballando per il 2020, confermata già la giuria. Alcuni però criticano Ballando e la poca capacità di innovazione.

Le nostre variazioni sono fatte in modo che il pubblico affezionato non rimanga sconvolto da cambiamenti, cerchiamo di migliorare sempre. Anche lo studio sembra sempre lo stesso teatro rosso, ma è notevolmente diverso da quello delle prime edizioni, cerchiamo di modernizzarlo sempre  e faremo sempre meglio se ne avremo la possibilità tecnica ed economica.

Come ballerini per una notte quest’anno sono stati richiamati personaggi già visti nelle passate edizioni e personaggi forse con meno appeal rispetto al passato. Avete incontrato difficoltà nel trovare gente famosa disposta a mettersi in gioco?

Quest’anno avevamo un budget ridotto rispetto agli anni precedenti, quindi in alcune puntate abbiamo avuto l’esigenza di prendere personaggi che non fossero economicamente impegnativi. Su Del Piero e Simona Ventura, invece, nonostante fossero già stati ballerini per una notte in passato, è stata una scelta ponderata, li abbiamo voluti perché sono due personaggi di grande appeal per il pubblico.

Quale rapporto la lega al direttore di Rai 1 Teresa De Santis che stranamente è apparsa sul finale di Ballando? Mai forse era avvenuto che un direttore si palesasse davanti alle telecamere. Nuovi progetti in vista su Rai 1? Magari il format che ha definito, sul sito de Il Messaggero, “bellissimo e folle” (rivelato essere “The Masked Singer” dalla redazione di TvBlog, ndr)?

Chi vivrà vedrà, noi come ogni anno proponiamo delle cose che non sempre possono essere nelle corde o nell’economia della rete. Piuttosto che fare una cosa fatta con pochi mezzi e messa in palinsesto in posizioni sbilenche, meglio non farle. Vediamo che succede…

Ultima domanda sulla spinosa questione  dei compensi Rai. Qualche giorno fa su “Il Fatto Quotidiano” sono state pubblicate le cifre percepite da alcuni giornalisti e da alcuni conduttori del day time. Sul suo compenso si è detto, in passato, che non fosse tra i più elevati degli artisti Rai: si colloca più vicina al tetto dei 240.000 euro o più vicina alle cifre di uno come Vespa?

No no, io sono nella fascia bassa, non ho mai fatto battaglie per i compensi negli anni, tutte le volte che la Rai ha deciso di tagliare mi sono fatta tagliare, evidentemente non sono stata molto furba o opportunista nel fare la scalata ai compensi. Però penso che parlare dei compensi dei conduttori corrisponda a creare un brutto clima. È giusta la trasparenza, però siamo anche in un momento di forte difficoltà economica e si è tenuti a spiegare al pubblico che è vero che un conduttore, un giornalista, chi fa TV, prende dei compensi mensili che sicuramente sono superiori allo stipendio percepito da chi fa un lavoro normale, ma è anche vero che chi fa questo lavoro procura all’azienda per cui lavora degli introiti milionari.

Ringraziando Milly per la gentile disponibilità, ricordiamo ai nostri lettori l’appuntamento di questa sera alle 21.15 su Rai5 con la seconda puntata de “Il sogno del podio”, il nuovo docu-talent show che racconta l’avventura di venti giovani direttori d’orchestra esordienti.